domenica 11 dicembre 2016

La ragazza del treno

Titolo: La ragazza del treno
Autrice: Paula Hawkins
Editore: Piemme
Genere: Thriller, Mistero
Prezzo: € 16,57
Trama:  La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Sola, senza amici e abbandonata a sé stessa, tutte le mattine ripercorre lo stesso binario, sulla stessa carrozza, struggendosi allo sguardo di cui che le ricorda la sua vecchia vita. Proprio sul tragitto sorge la sua casa, il suo vecchio nido d'amore ora occupato dall'ex marito con la sua nuova moglie e una meravigliosa bambina. A Rachel rimane solo osservare e immaginare e quando il treno si ferma ad uno stop è una coppia di giovani coniugi ad attirare la sua attenzione. Un uomo e una donna senza nome che a poco a poco diventano sempre per lei più importanti, simbolo di una coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel dal suo finestrino vede qualcosa che non dovrebbe vedere...
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Recensione
Che dire? Ho finito questo romanzo (strano ma vero!) proprio su un treno! Lunghi binari, sedili scoloriti, desiderio di andare lontano. Il più lontano possibile, quasi potessimo lasciarci il passato alle spalle solo spostandosi di un qualche chilometro. È questo che spera Rachel, la ragazza del treno, mentre scivola indolente accanto alla casa dove vive il suo ex marito con la sua nuova famiglia. Ma quello è ben più che uno sbiadito ricordo: è uno schiaffo, una sconfitta, il trionfo di un'amate che ha strappato con godimento le tue lenzuola dagli angoli di un letto che hai comprato tu.

Per Rachel crogiolarsi in queste deprimenti fantasia è ormai più una droga che un'abitudine. Tutte le mattine finge di andare all'ufficio del suo vecchio lavoro a Londra solo per potersi avvicinare al ricordo dei giorni trascorsi in quella casa. Accanto, al civico 23, però qualcosa è cambiato! Non c'è più una stanca coppia di coniugi annoiati ma una spumeggiante bionda che ama sorseggiare vino mentre guarda passare i treni mentre suo marito cucina per lei, o suona o le tiene compagnia. Ben presto gli sposini diventano la nuova ossessione di Rachel, un emblema della vita che ha sempre desiderato ma che ora è lontana da ogni speranza. Jess, perché è questo il nome che Rachel da a quella moglie felice, ha una vita perfetta. Quella che nessuna donna manderebbe all'aria per alcuna ragione al mondo. Ecco perché Rachel va su tutte le furie il giorno in cui sorprende dal finestrino del treno il suo alter ego appartarsi con un altro uomo e le cose si fanno sempre più inquietanti dal momento che quella sarà l'ultima volta che qualcuno la vedrà viva.
È difficilissimo recensire libri gialli, forse perché è facile che qualche nostra parola possa tradire un indizio in più o un suggerimento di troppo! Inizio subito col dire che questo è un romanzo buono. Un bel giallo come si deve, non eccessivamente poliziesco e con una buona dose di sfida per il lettore che vi si approccia. La polizia svolge solo un ruolo marginale e di contorno e le uniche piste che abbiamo sono le testimonianze delle tre donne protagoniste attorno alle quali ruota l'intera vicenda. Da un canto abbiamo Rachel, l'alcolista, la donna consumata è tormentata, mentre dall'altro abbiamo Anna, la nuova moglie, l'ex amante che presto comprende quanto possa essere logorante diventare la prima donna quando già sei stata la seconda, sia mai ne esista una terza... E poi abbiamo Megan, la volubile, il desiderio di ogni uomo inconsapevole che forse, oltre alla carne, c'è molto di più.

Il cardine del romanzo evidenza una morale di fondo: nessuna vita è perfetta come te la immagini. Lo stile frammentato, con capitoli alternati con i vari punti di vista, rende bene questo scrutare attraverso le vite di queste donne e Sembra quasi che sia lo stesso lettore a sbirciare ogni cosa dal finestrino di un treno. Il romanzo ti trascina in una spirale di continua curiosità e non è facile smettere di leggere. Il colpo di scena finale l'ho trovato buono ma non eccezionale. Penso che la grande pecca del romanzo sia nel fatto che non ci sono comparse quindi hai comunque un numero ristretto di personaggi a cui poter attribuire un movente. Il vero punto a favore della trama è la psicologia dei singoli personaggi che incredibilmente sembra abbastanza per lasciare una buona dose di dubbio fino all'ultima pagina.
 

Consigliato per…
Lo consiglio come lettura poco impegnata. Nel compresso un buon romanzo, onestamente sorpassato in qualità dall'euforia del genere 'amore bugiardo' che ritengo complessivamente più originale e decisamente più degno di spicco.
 


 
 
 

venerdì 23 settembre 2016

Cam Girl

Titolo: Cam Girl
Autrice: Leah Reader
Editore: Rizzoli
Genere: Young Adult, Erotico
Prezzo: € 16,15
Trama: Vada Bergen ama due cose: la pittura ed Ellis Carraway, la sua migliore amica. Ma è davvero un'amicizia ciò che la lega alla bella ragazza androgina che incontra sulla banchina della metropolitana? Sembra che nulla sia in grado di separarle, in questo sentimento totalizzante, ma nell'idillio qualcosa si incrina: un incidente spezza l'incantesimo e, purtroppo, anche la vita di un giovane innocente. Ellis si allontana, Vada stessa sembra quasi essersi interrotta ed è proprio a questo punto che una giovane coppia di imprenditori la arruola come Cam Girl. Spogliarsi ogni sera davanti agli sconosciuti sembra una droga per allontanare il senso di colpa e la solitudine, fino all'incontro con un misterioso cliente che si nasconde dietro il nickname di Blue. Seducente, irreale e maledetto.
 

Recensione

La stagione di recensioni si riapre, dopo le vacanze estive, con un romanzo veramente particolare.
La trama è presto svelata: Vada, a seguito di un incidente stradale in cui perde l'uso di un braccio, si ritrova a fare la Cam Girl per guadagnarsi da vivere.
Questo mondo sfavillante nasconde il dolore per la morte di un ragazzo innocente, la perdita di un corpo pieno di sogni di aspettative e quella di un grande amore.

Ellis, la migliore amica di Vada, nonché sua compagna di vita, coinvolta essa stessa nell’incidente avvenuto a seguito di un furibondo litigio, decide di lasciare la giovane più la tristezza di non vedere riconosciuto quell’amore omosessuale che Vada ama e rinnega.
Diventare Cam girl è dunque un placebo, un mezzo di mortificare il proprio corpo e di farne un glorioso scempio. Come i corpi impersonali delle vittime degli incidenti, abbandonate sulla strada nella notte, al freddo o sotto la pioggia, Vada si adagia in un letto sterile a godimento dei morbosi e dei curiosi che, come passanti indiscreti, si affacciano alla videocamera.
Da questo romanzo si sarebbe potuto estrapolare un interessantissimo estratto di vita e anche qualche bella riflessione sulla disabilità o il concetto di femminilità, eppure tutto ciò è mancante!
La disabilità di Vada non ha un reale spessore all’interno della trama e anzi, è quasi trattata con superficialità, facendo semplicemente leva sulla somatizzazione di un dolore più psicologico che fisico. L’impossibilità di muovere il braccio è oltretutto poco chiaro anche dal punto di vista medico o scientifico: non viene spiegato in alcun modo quali limitazioni comporti questa problematica, a parte il fatto che la protagonista non riesca più a disegnare, e inoltre tale esperienza viene descritta con la gravitas con cui potresti parlare di un bambino ai lavori forzati nelle favelas...
La disabilità è un mero pretesto per cercare di caratterizzare un personaggio, di dargli una profondità che in realtà non possiede e a cui non è fedele perché non basta una storia difficile e un passato burrascoso per rendere ogni cosa interessante.

Grande perno attorno a cui ruota tutto il libro è il sesso.
Con le premesse di essere un romanzo d'avanguardia che si prometteva di trattare il tema della prostituzione, del gender e dell'identità sessuale, mi rendo conto tristemente che è il sesso a farla da padrone e per di più di tratta di un’interazione descritta a frammenti. A tratti violenta.
Oserei dire perfino caotica.
Ben presto il personaggio di Ellis torna nella vita di Vada (con un pretesto ben banale, ma pur sempre un espediente) e i dubbi della giovane tornano a galla. La sessualità tanto tormentata del loro rapporto saffico apre una finestra sui sensi di colpa per ciò che è accaduto nell’incidente, l’ennesima litigata ha portato alla distrazione che sarebbe stata fatale ad un giovane ragazzo del college.
Iniziano così le indagini su questa vittima innocente, forse più per compassione nei confronti di un padre disperato che per un reale desiderio di fare chiarezza. Nel frattempo Vada inizia ad intrattenersi privatamente con un misterioso frequentatore del sito di Cam Girl con il nickname di Blue.
Blue sembra capirla, comprendere il suo dolore e la sofferenza di ammettere a sé stessa di essere lesbica, o perlomeno bisessuale, e al contempo la seduce semplicemente digitando su quella tastiera che fa sognare Vada come una modera pretty woman.
L’argomento del gender è semplicemente relegato ad un’indecisione quasi adolescenziale e più al capriccio di un carattere ancora immaturo per quanto riguarda la consapevolezza di sé stessi e del proprio corpo.
Il solo descrivere una protagonista piena di tatuaggi, fumatrice e con il vizio di alzare troppo il gomito nei momenti tristi sembra bastare ad identificarla con un profilo maschile, ma io dico… beh, basta davvero così poco per fare un uomo?
Un uomo è solo una tavoletta alzata e una cravatta al collo?
Mi sembra un po’ poco!
Comunque Blue sembra corrispondere bene al traguardo a cui Vada aspira, nella sua corsa all’eterosessualità: un uomo che parla in maniera volgare, che mette il sesso, sé stesso e la propria carriera prima dell’amore.
Un uomo che è uomo solo perché corrisponde ad uno stereotipo di mascolinità un po’ gretta e provincialotta.
Senza a farlo apposta (SPOILER ALLERT) Blue si rivelerà non essere un uomo!
Colpo di scena comunque abbastanza banale, dato che nel romanzo ci sono veramente pochissimi personaggi, oltretutto mal caratterizzati. Infatti è proprio Ellis, l’amichetta di Vada, a fingersi Blue per tutto il tempo e ad aprirle gli occhi sul grande messaggio della teoria gender: ognuno di noi può essere sia uomo che donna, se davvero desidera che sia così.
Questa specie di finale da favola basterà per convincere Vada dell’amore di Ellis e della propria sessualità, che ormai raggiunge livelli di banalizzazione incommentabili.

Consigliato per…

Chi desidera leggere qualcosa di leggero...ma veramente troppo leggero e per chi desidera arrabbiarsi e dedicarsi al lancio del libro, ma attenzione con gli E-reader!

 

 

giovedì 19 maggio 2016

Siamo tutti completamente dal di fuori di noi

Titolo: Siamo tutti completamente al di fuori di noi
Autrice: Karen Joy Fower
Editore: Salani
Genere: Narrativa generale
Prezzo: € 18,00
Trama: Rosemary ha un padre etologo, una madre meravigliosa e un fratello e una sorella fantastici. Sembrerebbe tutto normale se non fosse che Fern, la sorella a cui Rose è così tanto legata, è uno scimpanzé di proprietà dell'università dell'Indiana di cui il padre studia gli  sviluppi sul piano cognitivo e le dinamiche relazionali con il contesto umano. In una trama quasi ai limiti dell'inverosimile scopriamo come la contiguità di due cuori estranei possa corrispondere al più puro degli amori e lasciare un segno profondo che dura tutta una vita. 
 
Recensione
!!! Allerta Spoiler !!! - Ho un unico commento: 'Eh?!?!?!'
In tutto il libro c'è un unico colpo di scena che avviene più o meno a pagina 80 su 310, e non è neanche poi tanto colpo di scena perché, se per caso ti capita di aprire una pagina qualunque dall'81 in poi, riesci ad intuirlo solo leggendo tre o quattro termini a caso.
Questo libro descrive una normale famiglia composta da un padre etologo, una madre e tre figli. Lowel, Rosemary e Fern sono i pargoli di questa simpatica famigliola…
Peccato che solo due di loro siano dei bambini veri!
Fern si scopre presto essere un cucciolo di scimpanzé, e di per sé l'dea poteva anche sembrare carina, ma il problema è che dopo la rivelazione di questa sorpresa il romanzo diventa un'accozzaglia di citazioni di articoli scientifici contro la vivisezione, il maltrattamento delle scimmie, gli animali da laboratorio e quante più altre idee da verdi vi vengono in mente! Ah già, dimenticavo anche l'allevamento intensivo di polli da batteria.
Ammetto che io non sono il genere di persona adatta ad apprezzare un libro del genere, che comunque ha vinto un sacco di premi e quindi non dovrebbe essere proprio così orrendo, ma ho odiato questo romanzo perché non è proprio quello che mi aspettavo. Non si tratta infatti di un romanzo, ma di un saggio.
O meglio, io lo classificherei come tale anche perché è quasi interamente concentrato sullo studio che il padre della bambina cerca di condurre adottando il cucciolo di scimpanzé che su una reale costruzione di una trama tridimensionale che ti coinvolga.
Questa scimmia, inoltre è una rompipalle!! Probabilmente mi sbaglio, ma penso che l'intento di questa storia sia farci riflettere sul significato della parola legame, anche se a mio avviso ci riesce solo in parte.
Nonostante il fatto che Rosemary rimanga profondamente segnata per tutta la vita dall'esperienza di infanzia condivisa con una sorella-scimmia, trattata in tutto e per tutto come lei, mantiene una sorta di distacco (probabilmente legato al fatto di essere consapevole fin dall'inizio dell'inferiorità di questa presunta sorella, in quanto animale, e i suoi continui sforzi di sentirsi simili).
Sinceramente non so che altro dire di questo romanzo, se non solo che  non vedevo l'ora che finisse…
Ho sperato fino alla fine che succedesse qualcosa di utile che mi convincesse del perché questo romanzo potesse essere una valida esperienza di lettura ma mi ha deluso anche nel finale. Rosemary rivede Fern dietro una vetrata poco prima di testimoniare la propria vita in una specie di talkshow organizzato dopo la pubblicazione di alcuni dei suoi diari di infanzia e  ribadisce per l'ultima volta che si dispiace per quanto Fern sia stata disumanizzata e che nel suo cuore rimarrà per sempre una sorella vera. L'ho sinceramente trovato un finale molto pietistico e banale, ai limiti dello scontato.
 
Consigliato per…

chi ha mai votato per i verdi, per chi aderisce alla LAV e per chi si intende un po' di biologia ed è curioso di sapere un po' di più sugli scimpanzé. Per il resto dell'umanità è altamente consigliato, causa attacchi di narcolessia improvvisa.
  

martedì 17 maggio 2016

Mi chiamo Chuck - Diario di un ossessivo compulsivo

Titolo: Mi chiamo Chuck
Autrice: Aaron Karo
Editore: Giunti
Genere: Narrativa per giovani
Prezzo: € 6,99
Trama: Chuck ha diciassette anni e si lava le mani più di trenta volte al giorno, controlla ossessivamente i fornelli e non va a dormire senza aver fatto pipì fino allo sfinimento. Il suo amico Stive è l'unico che lo consideri una persona quasi normale... ma tutto questo perché? Chuck ci racconta la sua esperienza di giovane adolescente alle prese con la consapevolezza di avere un disturbo ossessivo compulsivo tra le incomprensioni, le difficoltà e i primi amori. 

Recensione

Mi chiamo Chuck è un libro divertente, scorrevole ed estremamente ironico. E' la storia di un ragazzo che, durante le sue ricerche su Wikipedia, scopre di essere affetto dal disturbo ossessivo-compulsivo. Tesi confermata dai sospetti dei suoi genitori che lo spingono a prendere consapevolezza del suo problema parlandone con una psichiatra.
Questo incontro metterà in dubbio tutte le certezze di Chuck. Le sue solide insicurezze cederanno, per lasciare spazio ad un mondo imprevedibile, emozionante e carico di forti emozioni.
Lo stile di scrittura è alquanto semplice, forse un po' troppo per i miei gusti ma le battute sono molto divertenti e a tratti strappano delle sonore risate. Il lessico è estremamente lineare il che fa di questo libro un testo piacevole, senza troppe pretese e il gusto di una buona lettura.

L'analisi della trama è  abbastanza blanda: Chuck segue una serie di rituali che hanno parvenze compulsive e il desiderio di innamorarsi lo spinge a cambiare. Sinceramente non penso che il semplice desiderio di rivalsa possa portare un ossessivo compulsivo a mettersi in discussione, anche perché non credo che i portatori di questa malattia siano tutti consapevoli delle loro stranezze. Sulla base di queste osservazioni ho trovato molte affermazioni generalizzanti.
Ad ogni modo la realtà medica che emerge da questa lettura è che il disturbo ossessivo compulsivo sia soltanto un disperato tentativo di fuggire, in una ricerca contro se stessi, dalla realtà troppo caotica, imprevedibile e per questo, a tratti, disturbante. 

Il percorso psicologico passa in secondo piano rispetto alla volontà del protagonista a cui vengono attributi tutti i meriti del suo cambiamento. E in questo quadretto, come non può essere citato l'amore?
Chuck dovrà affrontare l'amore per Amy, ragazza nuova della scuola, con tutte le caratteristiche che nei romanzi per giovanissimi descrivono il primo appuntamento come una grande sfida. Di fatto non è nulla di molto originale ma, per assurdo, funziona ancora una volta!
Questo non è il romanzo del secolo, né per originalità o per personalità, ma è indubbiamente un romanzo grazioso che può regalare qualche momento di pausa piacevole a chi vi si approccia.

Consigliato per…
Chi ha il desiderio di leggere un libro semplice e senza troppe pretese con un pizzico di stranezza, insicurezza e amore. Sconsigliato per chi voglia approcciarsi ad una seria testimonianza di disturbo ossessivo compulsivo negli adolescenti.


giovedì 12 maggio 2016

Tag - Avrebbe assolutamente dovuto...

Ultimamente Buongiorno cari lettori! Oggi ho trovato questo simpaticissimo tag in cui possiamo scatenare la nostra fantasia e dire la nostra e cambiare le cose che non ci sono mai andate giù nei nostri libri preferiti! E voi che ne dite? Come sarebbero dovute andare le cose se la penna fosse stata vostra?

 1-    Avrebbe dovuto assolutamente… avere un seguito

E’ scontato rispondere It! Un libro talmente bello e profondo che mi stringe il cuore pensare che Stephen King non abbia rivelato di più sulla sorte dei protagonisti. E per chi dice che 1300 pagine e più sono anche fin troppe per un romanzo dell’orrore non sa cosa si perde a non tuffarsi in questo perfetto mix di avventura, mistero, paura, amore, amicizia, crescita e speranza. I temi toccati sono così tanti e affrontati con così spiccato realismo e semplicità che sembra che ogni protagonista sia una parte di noi stessi e, infondo, esiste davvero un limite di pagine per conoscerci abbastanza?
 

2-    Avrebbe dovuto assolutamente… avere uno spin-off

Una serie di sfortunati eventi di Lemony Sniket! Uno spin-off qualsiasi mi avrebbe di certo elettrizzata, anche perché è una delle mie serie preferite.

3-    Avrebbe dovuto assolutamente… scrivere più libri

Justin Cronin! Decisamente un peccato che molti dei suoi libri non siano tradotti in italiano e solo sei libri in tutta la sua carriera è decisamente un peccato, ma la speranza è l’ultima a morire.
 
4-    Avrebbe dovuto assolutamente… finire in un modo diverso

Colpa delle stelle di Jhon Green. Cito un libro che non mi è piaciuto proprio per il suo finale: avrei preferito qualcosa dimolto più profondo e magari una riflessione su quanto la vita possa essere imprevedibile. Se i protagonisti fossero morti in un incidente assolutamente dettato dal caso avrei detto “Wow! Questo è un bel finale potente!”
Avrei preferito vedere un finale un po' meno perbenista, anche perché i libri di questo autore mi danno sempre l'impressione di essere un po' troppo costruiti per piacere ad un pubblico di giovanissimi.
Sarà che sono io troppo vecchia?

5-    Avrebbe dovuto assolutamente… avere una saga cinematografica

Cinder di Marissa Mayer. Sarebbe decisamente una saga cinematograficamente spettacolare per via della sua ambientazione cybog. Oltretutto come protagonista ci vedrei davvero bene Kimiko Glenn per i suoi tratti orientali. Sarei soprattutto curiosa di vedere gli effetti speciali che si possono utilizzare per rappresentare una trama del genere che, già sulla carta ha ambientazioni pirotecniche e spettacolari.

6-    Avrebbe dovuto assolutamente… avere una serie tv

Probabilmente Percy Jackson. Forse avrebbe funzionato molto di più come serie televisiva invece di arenarsi con il primo e unico film che non mi era assolutamente piaciuto. Oltretutto anche la serie è abbastanza episodica quindi avrebbe potuto decisamente prestarsi molto di più di Shadowhunters.
 
7-    Avrebbe dovuto assolutamente… cambiare copertina

Qualunque libro degli Adelphi. Mi mettono sempre una tristezza infinita, anche proprio dal punto di vista dei materiali che scelgono per realizzare le brossure.

8-    Avrebbe dovuto assolutamente… avere un solo punto di vista

No, adoro troppo i libri con più punti di vista per pensare di chiudere la bocca di un personaggio e leggere lo stesso romanzo solo ascoltando una singola voce narrante. Forse la vera domanda sarebbe: quale libro avrebbe dovuto avere assolutamente dovuto avere una narrazione a più punti di vista! Ma anche qui ce ne sarebbero talmente tanti…

9-    Avrebbe dovuto assolutamente… mantenere la copertina originale

Sicuramente 22-11-63! La copertina della prima edizione era decisamente molto più bella di quella appena uscita a tema serie televisiva. Mi ricorda molto quelle edizioni giallo canarino di Agatha Christie con Poirot sulla copertina e la bombetta in testa.
Questo però non significa che il romanzo debba essere evitato, anzi!
Questo romanzo è davvero meraviglioso ed è stata un'ottima idea quella di realizzarne la serie televisiva poiché si presta decisamente all'intento, e inoltre le ambientazioni sono talmente belle e dettagliate che sarebbe stato un peccato che non trovassero voce anche nel mondo televisivo.

10-  Avrebbe dovuto assolutamente… fermarsi al primo libro

After! Anzi, forse non avrebbe nemmeno dovuto iniziare la saga, soprattutto per il messaggio maschilista e denigratorio nei confronti delle donne che ci sta dietro. Spero sempre di più che l’editoria si svegli e cominci a pubblicare romanzi di qualità sempre migliore, lasciando nel dimenticatoio certe ciofeche!

martedì 10 maggio 2016

Il Gruffalo

Titolo: Il Gruffalo
Autrice: Julia Donaldson & Alex Scheffler (Illustratore)
Editore: Mondadori
Genere: Letteratura per l'infanzia
Prezzo: € 6,72
Trama: Questa è la simpatica storia in rima di un topolino e di un mostro. Il topolino va a fare una passeggiata in una foresta pericolosa e per spaventare i suoi nemici inventa storie di una creatura fantastica chiamata Gruffalo. Immaginate la sua sorpresa quando incontra il vero Gruffalo e scopre che ciò che ha immaginato è tutto vero!

Recensione

Oggi dedichiamo uno spazio ad un libro per piccolissimi! Attraverso le parole sbalordite di un piccolo topo ci viene descritto lo spaventoso Grufalò, creatura con zanne e artigli terribili, occhi infuocati, dorso spinoso e un famelico appetito. Ma saranno vere le parole del topino? Ebbene sì!
Un classico della letteratura per infanti, tradotto in più di quindici lingue. La trama di questa storia non è complicata, ma infondo le storie per i più piccini non hanno bisogno di esserlo per entrare nei cuori del loro piccoli lettori. La narrazione in rima aiuta il ricordo e la recitazione dell’intera trama con un ritmo incalzante e divertente che ci trasporta con piacere nella foresta insieme al nostro curioso narratore. Julia Donaldson ha fatto un ottimo lavoro nella stesura di questa storia, soprattutto perché la trama consiste in un loop  (Il topolino incontra in ogni scena un animale diverso a cui pone le stesse domanda) senza risultare noioso o ripetitivo sia per l’adulto che legge, sia per il bambino che l’ascolta. La ciclicità è un elemento chiave e solitamente vincente nella narrazione per i più piccini; inoltre la scelta di utilizzare degli animali come protagonisti è una buona idea per l’alfabetizzazione e l’apprendimento dei bambini, come lo è anche l’utilizzo di frequenti aggettivi contrapposti come “grande e piccolo” “altro e basso” “lungo e corto” ecc..
Consigliato per…
Idealmente il libro è pensato per un pubblico dai 3 ai 7 anni di età, ma è tranquillamente godibile per ogni adulto che voglia spendere cinque minuti del suo tempo per tornare un po' bambino insieme ai suoi piccoli.
 
 
 
 

giovedì 5 maggio 2016

Novità in libreria- Maggio 2016

Niente mi mette più gioia che sbirciare le novità in libreria e oggi ho pensato di focalizzare l’attenzione su qualche succosa uscita del mese di maggio! Vi lascio di seguito le trame di copertina dei titoli che più mi hanno ispirata, con un breve commento sul perché potrebbe valere la pene approcciarvisi. E voi che ne pensate? C’è qualcosa che vi incuriosisce?

 -       Il segreto della regina rossa – H.G. Howard (Splintered #3)

Trama: Dopo essere sopravvissuta al disastroso ballo, Alyssa si sente più coraggiosa che mai ed è decisa, nonostante sia una follia, a salvare i suoi due mondi e le persone che ama. Anche se questo significa sfidare la Regina Rossa su un campo minato da trucchi e astuzie, e anche se l’unico modo per raggiungere il Paese delle Meraviglie, ora che la tana del coniglio è chiusa, è quello di passare attraverso lo specchio, una dimensione parallela popolata da pericolosi mutanti. Con l’aiuto del padre, Alyssa affronta così il viaggio verso il centro della magia e del caos alla ricerca di sua madre. Riuscirà, insieme a Jeb e Morpheus, a salvare il mondo dalla distruzione in cui è intrappolato?
Non penso che comprerò questo romanzo, anche perché ho letto solo il primo volume della saga e l’avevo trovato un po’ confusionario e non molto conforme ai miei gusti; tuttavia so che la storia di Alyssa sta riscuotendo sempre più successo e chissà, magari riuscirà ad incantare anche voi più di quanto non abbia fatto con me.

-       Incubo – Wulf Dorn
Trama: Il protagonista del romanzo, Simon, è in balia di terribili incubi da quando i suoi genitori sono morti in un incidente stradale dal quale Simon è uscito illeso. Dopo il tragico incidente e lo shock Simon è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico, dal quale, una volta uscito, è andato a vivere assieme al suo fratello maggiore e a una sua zia. Ma non ci sono solo gli incubi a tormentare la vita di Simon: una sorta di presenza oscura lo spia anche durante il giorno, nello stato di veglia. Nel frattempo si verifica la scomparsa di una ragazza e Simon pensa che questa presenza possa essere collegata al caso della giovane, tanto che infine decide, in compagnia della sua unica amica, di mettersi alla ricerca della ragazza scomparsa.

Questo autore mi aveva conquistata con il romanzo “La psichiatra” e mi fa sempre più piacere notare come questo valido autore di libri gialli stia diventando sempre più florido. Oltretutto penso che questo scrittore possa facilmente incantare gli amanti di Nesbo, Grisham e Stephen King.

-       Dopo di te – Jojo Moyes
Trama: Lou Clarke ha un mucchio di domande. Ad esempio com’è finita a lavorare nel bar dell’aeroporto, passando ogni turno a guardare le persone partire. O perché non sente come casa sua l’appartamento in cui vive da un anno. O se la sua famiglia così unita potrà perdonarla per quello che ha fatto diciotto mesi fa. E se riuscirà a superare l’amore della sua vita. L’unica cosa che Lou sa per certo è che qualcosa deve cambiare. Poi, una notte, accade. Ma lo sconosciuto sulla sua porta di casa, ha le risposte che sta cercando o solo altre domande? Chiudere la porta equivale a continuare la propria vita: semplice, ordinata, sicura. Aprirla, significa rischiare tutto. Ma Lou una volta ha fatto la promessa di vivere e se vuole mantenerla deve invitarli a…

Attirata già dal romanzo “Io prima di te” della medesima autrice, mi soffermo sulla curiosità che mi suscita questa nuova uscita! Una storia romantica che mi solletica l’appetito per quanto sento parlare bene di questa scrittrice, sia per la potenza dei temi trattati di forte impatto sociale sia per lo stile semplice e scorrevole con cui li affronta.

-       La profezia dell’armadillo – Zerocalcare

Trama: Una graphic novel composta da storie di poche tavole l'una, per lo più autoconclusive. Partendo dal momento in cui viene a sapere della morte di Camille, sua vecchia amica e primo grande amore, l'autore inframmezza flashback adolescenziali che descrivono la storia della loro amicizia a racconti della sua vita quotidiana da quasi-trentenne nella Roma degli anni duemila. Nei diversi racconti è sempre affiancato dall'amico Armadillo, personaggio immaginario che incarna le sue paure e le sue insicurezze.

Questo libro mi ispira tantissimo per via del titolo! Mi ha letteralmente conquistata anche se, a livello grafico, non apprezzo sempre i disegni di Zerocalcare… ma penso di potergli dare una nuova possibilità!

-       Cress (Cronache lunari #3) – Marissa Meyer
Trama: Cress ha solo sedici anni e per gran parte della sua vita ha vissuto prigioniera o, come preferisce dire lei, "damigella in difficoltà" su un satellite in orbita nello spazio, dove gli unici contatti con l'esterno sono avvenuti tramite Internet. Ed è proprio attraverso la Rete che viene contattata dalla Rampion, la nave spaziale del capitano Carswell Thorne, sulla quale viaggiano anche Cinder, Scarlet e Wolf. Cress, infatti, negli anni di isolamento forzato è diventata una hacker eccezionale, e proprio per questo motivo pare l'unica speranza per mettere in atto il piano di Cinder e sconfiggere una volta per tutte la regina Levana e il suo terribile esercito prima che invadano la Terra. Per farlo, però, Cinder e i suoi devono prima di tutto liberare Cress. Peccato che, una volta approdati sul satellite in cui è imprigionata, il piano non vada esattamente come previsto. 

Si! Si! Si! E’ uscito finalmente questo romanzo che aspettavo con trepidazione per scoprire come finirà la storia di Cinder, romanzo che mi aveva decisamente colpita per l’originalità della sua ambientazione che vede come protagonista una moderna Cenerantola cyborg. Spero di poterlo presto recensire!

martedì 3 maggio 2016

Resta anche domani

Titolo: Resta anche domani
Autrice: Gayle Forman
Editore: Mondadori
Genere: Drammatico, Young Adult
Prezzo: € 7,00
Trama: Mia non ha mai sospettato di dover affrontare una scelta più difficile di quella di abbandonare la sua famiglia e il suo ragazzo Adam per inseguire il sogno di diplomarsi in violoncello alla prestigiosa Juiilliard School of Music. Eppure, l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e l'anima di Mia si ritroverà a gialleggiare per i corridoi della terapia intensiva a porsi la domanda più grande di tutte: dopo che i tuoi genitori e il tuo fratellino sono morti in un indicente stradale, che senso ha restare? Attraverso i ricordi degli ultimi mesi trascorsi, Mia ci illustra con voce silenziosa quanto la sua vita sia stata piena di amore ed è proprio l'amore che le suscita di nuovo il desiderio così forte di continuare a lottare e a non lasciarsi andare.

Recensione
Ci sono due tipi di libri: quelli che non ti lasciano ricordi, con eroi fugaci e dimenticabilissimi che si struggono dietro storie d’amore tormentate e con buchi di trama evidenti. Poi ci sono i libri che ti toccano il cuore o che risvegliano in te sentimenti già provati, associati a forti emozioni, e  associati ad esperienze forti della tua stessa vita.
Purtroppo per me… questo libro appartiene alla prima categoria!
Avevo udito parecchio rumor su questo romanzo, soprattutto per il delicato tema che va a trattare: “Resta anche domani” tratta della perdita, della degenza e del desiderio di continuare a lottare per non morire.
La domanda implicita che il lettore si pone approcciando il romanzo è per cosa vale la pena di vivere? Un amore è abbastanza? Possiamo scegliere con lucidità se ci importa tornare in un mondo dove la nostra famiglia e tutti i nostri affetti saranno svaniti per sempre?
Mia ha diciotto anni e vive in una famiglia unita dall’amore per la musica e ha un ragazzo altrettanto conforme allo stile di vita della famiglia. Tra ex e neo promesse della musica punk, classica e neomelodica, lo sfondo di questo romanzo è un nucleo famigliare felice ed affiatato che accompagna con dolcezza la figlia maggiore nella scelta di dover accettare di essere ammessa ad una prestigiosa scuola di musica.
La Juilliard School of Music è un sogno nel cassetto che però, ad un tratto, sembra essere troppo grande; Mia infatti deve scegliere se trasferirsi dall’altra parte del paese per inseguire le sue ambizioni o restare per vivere la sua storia d’amore con Adam e seguire il suo cuore.
I numerosi flashback introdotti ci permettono di costruire questo spaccato della vita di Mia prima del suo come e, sinceramente, mi aspettavo di trovarmi con gli occhi gonfi di lacrime e di provare simpatia, compassione e affetto per la protagonista; ma non è stato così.
Ho trovato molto pesanti e pressanti i riferimenti al mondo musicale, a cui personalmente non appartengo ma che avrei apprezzato maggiormente se non fossero stati così presenti e un po’ inverosimili. Ad esempio, durante il primo contatto sessuale di Adam e Mia, trovo poco realistico che lui, per permetterle di rilassarsi, le domandi “Suonami come il tuo violoncello.";inoltre è abbastanza riduttivo lo stereotipo che una famiglia, per essere aperta, debba aver avuto dei trascorsi musicali punk con creste colorate e un eterno animo da teenager.
Ho trovato invece piacevole la storia d’amore tra i due protagonisti, non eccessivamente forzata, naturale e con un personaggio maschile decisamente ben costruito e realistico.
Adam è modesto musicista emergente che si appassiona a Mia durante le ore di prova musica passate a scuola e ben presto ne scaturisce una timida intesa che li accompagnerà durante tutta la durata del romanzo. Una relazione che, messa in discussione dal trasferimento alla scuola di musica, appare inizialmente così fragile, si dimostra invece forte e animata dai sentimenti più puri.
Chiedere di restare non è un atto egoistico, ma semplicemente un desiderio espresso a labbra serrate per paura di ferire l’altro. Osservando Adam attraverso gli occhi di una Mia quasi fantasma, in un limbo tra la vita e la morte, notiamo un tipo di bellezza che può emergere solo da un sentimento forte che non vede barriere tra risate e lacrime, nascita e morte. Amare e perdere.
Indipendentemente dal mio giudizio, immagino che il finale di questo libro possa suscitare nel lettore un gran senso di speranza. Nonostante il dolore e l’insicurezza della perdita si cerca di fare attento focus sui momenti felici che questa famiglia ha vissuto insieme, dando un grande valore alla qualità del tempo più che alla quantità di tempo stesso.
 
Consigliato per…
Chi ama la musica nel senso più ampio del termine, per chi vuole approcciarsi ad una lettura leggera e senza pretese con il rischio di sciogliersi in qualche lacrima. Sconsigliato per gli scettici, gli anti hippie e per i cuori di pietra come il mio.